Acque superficiali

L’assetto normativo vigente

La norma europea di riferimento sulle acque superficiali è la Direttiva 2000/60/CE, nota come Direttiva quadro sulle acque, che chiama gli Stati membri a identificare e analizzare le acque, classificarle per bacino e per distretto idrografico di appartenenza e ad adottare piani di gestione e programmi di misure adattati a ciascun corpo idrico.

La Direttiva è stata recepita in Italia sia con la L. 308 del 15/12/2004 che – soprattutto – con il D.Lgs. 152/06, in particolare con i contenuti della Parte III, al cui interno sono disciplinate la tutela delle acque dall’inquinamento e la gestione delle risorse idriche.

Successivamente sono state emanate altre norme di interesse, anche in attuazione del D.Lgs. 152/06:

  • il D.M. 131/2008, in cui si dettano i criteri per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni);
  • il D.M. 56/09, in cui si definiscono i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e per il controllo dello stato ecologico e chimico delle acque superficiali nel bacino idrografico, anche ai fini della predisposizione dei piani di gestione e di tutela delle acque della Regione;
  • il D.M. 260/10 che riporta i criteri per la classificazione dello stato di qualità.

Le reti di monitoraggio secondo le disposizioni del D.M. 14 aprile 2009 n. 56

Nel D.M. 56/09 sono definite tre tipologie di monitoraggio, cui sono associate tre tipologie di reti: sorveglianza, operativo e di indagine.

  • “Monitoraggio di sorveglianza”: interessa un numero rappresentativo di corpi idrici classificati “non a rischio” per fornire una validazione dello stato complessivo delle acque superficiali. È effettuato con cadenza almeno sessennale. All’interno della rete per il monitoraggio di sorveglianza è individuata una rete detta “nucleo”, per cui il monitoraggio ha cadenza triennale, per valutare variazioni climatiche a lungo termine. Nella rete nucleo sono analizzati tutti gli elementi di qualità biologica e le caratteristiche chimico-fisiche.
  • “Monitoraggio operativo”: interessa i corpi idrici classificati “a rischio di non raggiungere gli obiettivi ambientali entro il 2015”, sulla base dell’analisi delle pressioni e degli impatti oppure in base ai dati del monitoraggio pregresso. È effettuato con cadenza almeno triennale. Gli elementi di qualità biologica, chimico-fisica e idromorfologica da monitorare vengono selezionati in base all’analisi delle pressioni significative secondo le indicazioni fornite dalla tabella 3.2 del D.M. 56/09.
  • “Monitoraggio di indagine”: viene eseguito su un corpo idrico per necessità investigative, per valutazioni di rischio sanitario, per informazione al pubblico o per la redazione di autorizzazioni preventive. Il monitoraggio di indagine non può essere programmato a priori.

Applicazione in Abruzzo

Di concerto con la Regione l'Arta ha effettuato la tipizzazione dei corsi d'acqua superficiali e dei bacini lacustri e l'individuazione dei corpi idrici significativi da sottoporre al monitoraggio, secondo le previsioni del D.M. 131/08.

I risultati dell'attività di tipizzazione e il metodo di lavoro sono rappresentati nella relazione tecnica che costituisce l'Allegato A.1.8 al Piano di tutela delle acque.

Reti di monitoraggio per i fiumi

Nel 2010, successivamente all’identificazione dei 19 tipi fluviali, sono state individuate 121 stazioni ridistribuite su 111 corpi idrici.

Sono poi state definite in termini di consistenza le tre reti di monitoraggio, con 58 stazioni per la rete Sorveglianza (S), 50 stazioni della rete Operativa (O), 13 stazioni della rete Nucleo (N). Per il primo anno sono state monitorate le stazioni O e S. Alla fine del primo anno la rete Nucleo è stata ridimensionata da 13 a 5 stazioni e le stazioni rimanenti sono state assegnate alla rete Sorveglianza; da luglio 2011, inoltre, sono state aggiunte due nuove stazioni alla rete Sorveglianza.

Oggi la rete conta complessivamente 123 stazioni distribuite su 111 corpi idrici, così suddivise in termini di tipologia:

  • Sorveglianza (S): 58 stazioni,
  • Operativa (O): 50 stazioni,
  • Nucleo (N): 13 stazioni.

L’elenco delle stazioni di monitoraggio, con le informazioni di carattere anagrafico, è riportato nel seguente link.

Anagrafica stazioni monitoraggio fiumi

Reti di monitoraggio per i laghi

Nel 2010 è stato effettuato il monitoraggio dei corpi lacustri individuati come significativi a seguito delle procedure di tipizzazione. Dallo studio effettuato nella fase di progettazione della rete lacustre i 6 laghi identificati sono stati classificati di tipo Mediterraneo e così associati:

  • Scanno, Casoli, Bomba, Barrea appartengono al tipo ME-4 “Laghi mediterranei, profondi, calcarei. Laghi dell’Italia Centro-Meridionale ed Insulare, aventi profondità media della cuvetta lacustre superiore o uguale a 15 m, con substrato prevalentemente calcareo”;
  • Campotosto appartiene al tipo ME-5 “Laghi mediterranei, profondi, silicei. Laghi dell’Italia Centro-Meridionale ed Insulare, aventi profondità media della cuvetta lacustre superiore o uguale a 15 m, con substrato prevalentemente siliceo”;
  • Penne appartiene al tipo ME-2 “Laghi mediterranei, poco profondi, calcarei. Laghi dell’Italia Centro-Meridionale ed Insulare, aventi profondità media della cuvetta lacustre inferiore a 15 m, con substrato prevalentemente calcareo”.

Tutti i laghi sono considerati a rischio e per tale motivo il tipo del monitoraggio che viene attuato è operativo (O).

La rete di monitoraggio lacustre del 2011 è rimasta identica a quella del 2010. L’elenco delle stazioni di monitoraggio, con le informazioni di carattere anagrafico, è riportato nel seguente link.

Anagrafica stazioni monitoraggio laghi

Parametri monitorati

Il D.M. 56/09 fornisce precise indicazioni in merito ai parametri da monitorare per acque fluviali e lacustri.

Per le acque fluviali, si eseguono i seguenti monitoraggi:

  • macrobenthos, diatomee, macrofite e pesci con cadenza trimestrale;
  • parametri chimico-fisici appartenenti all’elenco di priorità (Tab1/B del D.M. 56/2009) con cadenza mensile e, quando possibile, in coincidenza con campionamento di macroinvertebrati o diatomee;
  • sostanze chimiche non appartenenti all’elenco di priorità (Tab1/B del D.M. 56/2009) con cadenza trimestrale;
  • prodotti fitosanitari con cadenza mensile.

Per quanto concerne i laghi, va premesso che l’unico lago naturale abruzzese è il lago di Scanno, che è quindi l’unico soggetto al monitoraggio dei protocolli biologici oltre che dei parametri chimico-fisici, dei parametri chimici aggiuntivi e del fitoplancton. Anche per i laghi, comunque, le sostanze chimiche analizzate sono state scelte fra quelle appartenenti all’elenco di priorità (Tab1/A del D.M. 56/2009) e quelle non appartenenti all’elenco di priorità (Tab1/B del D.M. 56/2009); in entrambi i casi il monitoraggio ha cadenza bimestrale.

I parametri e le frequenze previste dall’All. 1 del D.M. 56/09 per fiumi e laghi sono riportati nella tabella scaricabile al link seguente.

Tab. 3.6 All. 1 al D.M. 56/09

 

Cosa fa l’Arta

Il principale impegno dell’Arta è quello di monitorare i corpi idrici. Tale attività, di competenza della Regione Abruzzo, è normalmente inquadrata all’interno di convenzioni tra Arta e Regione. Arta ha eseguito per sei anni il monitoraggio dei corpi idrici secondo le precedenti previsioni normative (D.Lgs. 152/99). Dal 2010 i protocolli e le modalità di monitoraggio sono quelli indicati nel D.M. 56/09.

Il monitoraggio è realizzato secondo le indicazioni del D.Lgs. 152/06 allo scopo di definire eventuali azioni da intraprendere per il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione. Il personale Arta esegue i prelievi presso ciascuna stazione fluviale identificata, le analisi chimiche e l’applicazione dei protocolli biologici ai fini della classificazione delle acque superficiali, secondo le cadenze previste.

Nel complesso, le attività svolte da Arta sono:

  • esecuzione del monitoraggio;
  • valutazione dei risultati ai fini della definizione di eventuali variazioni sulla localizzazione delle stazioni di campionamento o sul tipo di monitoraggio da adottare;
  • controlli su inquinamenti pregressi o in atto applicando i protocolli previsti, anche su richiesta di amministrazioni o di altri soggetti titolari di attività di controllo o sulla base di segnalazioni pervenute;
  • diffonde l’informazione al pubblico sui risultati dei controlli.