Pescara 21/11/2008

Balneazione: l’Arta presenta il Rapporto 2008 su mari e laghi d’Abruzzo

Il direttore Basti: “Situazione migliore del 2007, ma servono più controlli su depuratori e scarichi abusivi”

E’ poco più del 10 per cento la costa abruzzese non idonea alla balneazione per il 2008, su 126 chilometri, e sono per lo più i coliformi fecali a contaminare il nostro mare. E’ quanto emerge dal Rapporto 2008 sulla qualità delle acque di balneazione in Abruzzo, pubblicato dall’Arta (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente), che raccoglie ed interpreta i risultati delle analisi delle acque marine e lacustri effettuate dai Dipartimenti provinciali di Teramo, Pescara, Chieti e L'Aquila tra il primo aprile e il 30 settembre scorsi, con cadenza quindicinale.

I tecnici dell’ente hanno prelevato complessivamente 1231 campioni in mare, in 117 punti di controllo rappresentativi (57 nel Chietino, 15 nel Pescarese e 45 nel Teramano) dislocati lungo 125,8 chilometri di costa, e 62 campioni nel lago di Scanno, l’unico monitorato, dove sono stati individuati 5 punti di prelievo ricadenti nei comuni di Scanno e Villalago, su una superficie ampia circa un chilometro quadrato. Per le acque marine le determinazioni analitiche di tipo chimico, fisico e microbiologico sono state in totale 12.449, mentre per il lago di Scanno 682. Distinguendo la percentuale di costa non idonea alla balneazione per provincia, prima è Pescara con il 13,9%, seguono Chieti con il 13,7 e Teramo con il 5,8. La percentuale più elevata di campioni non favorevoli è relativa al tratto di costa pescarese (18% del totale dei campioni, riferito ai comuni di Città Sant’Angelo e Pescara); seconda la provincia di Chieti (13% del totale dei campioni, riferito ai comuni di Ortona, San Vito Chietino, Castel di Sangro e Ortona); infine c’è la costa teramana, con appena il 4% di campioni non favorevoli, relativi ai comuni di Giulianova, Pineto, Roseto e Martinsicuro. Il dato complessivo, fatta eccezione per il 2007 (85,21% di costa balneabile e 41 punti di controllo non idonei alla balneazione, dichiarati zone temporaneamente inibite), conferma il valore medio di costa balneabile degli ultimi anni, che ammonta a circa l’89%. Questo risultato porta l’Abruzzo ai primissimi posti tra le regioni italiane con la maggiore percentuale di costa controllata e balneabile rispetto al totale della costa adeguatamente campionata. Per quanto riguarda il lago di Scanno, il 100% dei campioni è sempre risultato idoneo alla balneazione. I risultati delle analisi, aggiornati progressivamente sul sito www.artaabruzzo.it, sono stati trasmessi in tempo reale al Ministero della Salute per il giudizio sulla balneabilità e forniti poi alle Asl, ai Comuni, ai quali spetta l’eventuale emissione dell’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione, e alla Regione, che alla vigilia della prossima stagione balneare indicherà ufficialmente i tratti di litorale dove sarà consentito fare il bagno.

«Abbiamo voluto segnalare le criticità della costa abruzzese a novembre – ha spiegato in conferenza stampa il direttore dell’Arta, Gaetano Basti, affiancato da Angela Del Vecchio, direttrice del Dipartimento di Pescara e responsabile dell’area “Acque”, e Carlo Spatola Mayo, ingegnere del Dipartimento di Pescara che si occupa dei depuratori – per evitare che si ripeta il problema riscontrato l’anno scorso, soprattutto a Montesilvano, quando molti balneatori hanno presentato ricorso al Tar per far revocare l’ordinanza di divieto di balneazione emessa dal sindaco. Il nostro è anche un appello ad amministratori, politici, gestori di depuratori ed operatori economici, affinché intervengano ora per sanare le zone non conformi. A cominciare dagli impianti di depurazione, che vanno ristrutturati se malfunzionanti, eventualmente integrati con la fitodepurazione e controllati con più rigore, come gli scarichi abusivi. Emblematico – ha sottolineato Basti – è il caso del depuratore di Montesilvano sequestrato nei giorni scorsi: in 17 controlli su 22 abbiamo registrato parametri oltre il limite di legge. Alla foce del Saline, fiume che grazie a finanziamenti ministeriali monitoreremo con analisi più approfondite che saranno propedeutiche alla bonifica del sito, abbiamo registrato anche la presenza di salmonelle».

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