Pescara 14/08/2014
Monitoraggio delle falde idriche post incendio ditta Adria (Pratola Peligna- AQ)
Pubblichiamo i rapporti di prova relativi alle analisi chimiche effettuate sulle acque prelevate in alcuni pozzi e da una sorgente, ubicati a valle idrologica del sito della ditta Adria e scelti come pozzi-spia in grado di svelare una possibile contaminazione delle acque sotterranee connessa con l’incendio.
L’Arta ha già reso noto il risultato delle analisi effettuate su campioni delle acque di rifiuto, prelevate nel corso dell’incendio del 22 luglio per cui, essendo noti gli inquinanti presenti all’origine e potenzialmente in grado di migrare nelle falde idriche, è possibile effettuare un confronto con i risultati del monitoraggio e valutare l’impatto dell’evento sull’idrologia sotterranea della piana Peligna.
Si tiene a precisare che i rapporti di prova pubblicati riportano tutti parametri indicativi dell’evento in studio, e in aggiunta alcuni altri rinvenuti e ritenuti significativi in quanto la loro concentrazione supera i limiti massimi fissati dalla normativa: le analisi chimiche svolte in realtà hanno riguardato uno spettro molto più ampio di parametri che non sono stati elencati in quanto assenti o presenti in tracce inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale e quindi, sostanzialmente, con concentrazioni insignificanti.
I risultati analitici mostrano che nelle acque sotterranee non sono stati rilevati inquinanti riconducibili alle acque di rifiuto legate all’incendio e si può affermare che, allo stato attuale, non sono emersi elementi che indichino l'avvenuta contaminazione della falda da parte delle acque provenienti dall'Adria.
Da dati si rileva, in aggiunta, che per quanto riguarda la sorgente "Abate" (rapporto di prova AQ/002998/14 ) si riscontra un superamento della concentrazione di 1,1,Dicloroetilene. Si evidenzia che tale parametro non è stato mai determinato nei precedenti monitoraggi effettuati su questa sorgente. Questa specie chimica fu cercata sulle acque di rifiuto scolanti nel corso dell’incendio di Adria ed è risultata assente all’origine. Dal momento che nelle acque sotterranee non sono state rilevati gli inquinanti presenti - peraltro in forti concentrazioni - nelle acque di rifiuto provenienti dall’Adria mentre è stata rinvenuta una specie chimica (1,1,Dicloroetilene) assente nelle stesse, si ritiene che la presenza di questo inquinante abbia origini diverse dall’incendio e non conosciute.
Inoltre nel pozzo denominato "Lavaggio Stazione Api" raporto di prova PE /0029857148 si riscontra un superamento della concentrazione per il parametro Manganese. In questo caso si rappresenta che tale superamento è stato rilevato anche in passato in alcuni precedenti monitoraggi effettuati dall’Arta sugli stessi pozzi, e che la stessa cosa si registra frequentemente – e spesso usualmente- in varie aree della Regione anche a bassa antropizzazione. Il fenomeno trova quindi spiegazione nella composizione naturale nei suoli e nelle acque sotterranee abruzzesi in cui questo metallo risulta mediamente piuttosto abbondante.
I campioni prelevati dagli altri due pozzi hanno fornito risultati di nessun superamento dei valori limite.
L’attività di monitoraggio dell’Arta continuerà nei prossimi mesi.