Pescara 16/03/2006

Emergenza Rifiuti nella Provincia di Teramo

PESCARA - Si è svolta a Pescara il 7 marzo scorso, nella sala stampa della Regione Abruzzo, in Viale Bovio, un incontro sul tema “Emergenza Rifiuti nella Provincia di Teramo”. Lo scopo della riunione era quello di fronteggiare l’emergenza rifiuti che ora sta toccando livelli alti e che sembra destinata a dilagare con il classico effetto domino in tutta la Regione.

Tanti i rappresentanti dei comuni: i sindaci di Atri, Cellino Attanasio, Notaresco, Sant'Omero, Teramo, Tortoreto. A presiedere il tavolo, l’assessore Caramanico, il dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione, dott. Gerardini e l’assessore all’Ambiente della Provincia di Teramo, dott. Assogna.

La situazione di emergenza è stata illustrata nella presentazione dell’ARTA che ha aperto, di fatto, i lavori. Quella che viene a galla è una situazione di emergenza, un territorio alla ricerca affannata di nuovi siti e un aumento della crescita della produzione di rifiuti urbani pari al 7,8% nell’ultimo anno. Secondo il rapporto ARTA, nel 2005 le discariche in Abruzzo sono 45, (24 nella provincia dell’Aquila, 9 a Teramo, 5 a Pescara e 7 a Chieti). Di queste nessuna è monodedicata ai rifiuti pericolosi, 37 raccolgono quelli non pericolosi e 8 inerti. Delle 9 discariche in provincia di Teramo 5 sono quelle esaurite (Tortoreto, Mosciano Sant’Angelo, Teramo –al momento sotto sequestro-, Atri –sotto sequestro dal 10 gennaio- Montorio al Vomano), 4 quelle in esercizio (Sant’Omero, Notaresco, Castellalto, Cellino Attanasio). Per quattro sono stati presentati e proposti dei possibili progetti di ampliamento (Teramo, Cellino, Atri, S.Omero).

Lontano sembra invece il raggiungimento degli obiettivi minimi stabiliti dalla legge in merito alla raccolta differenziata. Il decreto Ronchi fissava al 35% nel 2003, la percentuale di raccolta. Nella Provincia di L’Aquila, si è arrivati al 9,7% in quella di Teramo il 21,2%, Pescara raggiunge l’11%, Chieti il 17,8%. In totale l’Abruzzo si attesta al 14,9%. Un risultato ancora molto al di sotto delle aspettative. Dal primo gennaio 2007, in discarica non potranno più conferire i rifiuti tal quali, ma dovranno essere preventivamente trattati in modo che in essa pervenga solo la parte meno “nobile” del rifiuto. Infatti, parte degli RSU, circa il 35%, è costituito da materiale secco che potrebbe e dovrebbe essere recuperato, mentre il restante, l’”umido” andrebbe biostabilizzato in modo da ottenere vari tipi di “Compost” da utilizzare quale ammendante, fertilizzante, materiale per il recupero di aree degradate. Solo una piccola quantità dovrebbe tornare in discarica.

La Provincia che produce più rifiuti per abitante, è proprio la provincia di Teramo, che vive al momento lo stato di emergenza più acuto. Nel 2004 il territorio Teramano ha prodotto 574,61 kg di RSU pro capite. Al secondo posto si posiziona Pescara con 518,87 kg pro capite, segue L’Aquila con 510,03. L’ultima Chieti che ha prodotto mediamente 499,19 kg di rifiuti solidi urbani per persona. In un’altra tabella della presentazione, appare evidente come la produzione di RSU stia crescendo anno dopo anno. Se nel 2002 erano 611.549 le tonnellate di rifiuti prodotti in Abruzzo, nel 2004 sono arrivate a 681.024 tonnellate con un incremento di crescita annuo medio del 7.81%. Conservando questo trend la volumetria attuale disponibile in discarica sarà sufficiente, a livello regionale fino al 31 dicembre 2007. Occorre però ragionare a livello di ATO cioè di Province. Scendendo nel dettaglio provinciale le situazioni più critiche sono quelle delle province di Teramo e di L’Aquila nelle quali la volumetria residua nelle discariche è di gran lunga insufficiente alla produzione annuale di rifiuti.

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emergenza_te.pps

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