Pescara 04/04/2024

La sabbia del Sahara invade l'Abruzzo, per 4 giorni concentrazioni record di polveri sottili
foto del particolato

Negli ultimi 4 giorni l’Abruzzo è stato investito da una nube di sabbia proveniente dal Sahara che ha determinato concentrazioni di PM10 ben oltre i limiti di legge. La rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, gestita da Arta Abruzzo, ha registrato durante la scorsa settimana l’incursione di particelle di particolato, le cosiddette polveri sottili, su tutta la regione. I primi superamenti si sono avuti nella giornata di venerdì e sono stati registrati dalle centraline situate più a sud: a rilevare per prime il fenomeno sono state le stazioni di monitoraggio di Castel di Sangro, Ortona e L’Aquila, dove i valori di concentrazione sono risultati doppi rispetto al limite di legge, stabilito in 50 μg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria). Ad Atessa il picco più elevato, registrato nel giorno di Pasquetta, pari a 176 μg/m3, che corrisponde ad oltre il 300% del valore limite.

Dai dati forniti da Arta Abruzzo si evince che il primo incremento della concentrazione di particolato si è avuta in provincia dell’Aquila, in particolare nella stazione situata in prossimità del Parco Amiternum. Poi è stata la volta della provincia di Chieti, investita dalle sabbie sahariane a distanza di poche ore. Successivamente, durante la giornata di sabato 30, le polveri si sono distribuite in modo maggiormente omogeneo su tutto il territorio regionale, causando diffusi superamenti dei limiti previsti per il PM 10. Elevato il dato a Pescara dove la centralina posta in prossimità del Teatro D’Annunzio ha fatto registrare un valore pari a 130 microgrammi per metro cubo. Oltre il limite anche il valore rilevato dalla stazione di Teramo, sita in Porta Reale, dove il conteggio è stato di 148 μg/m3.

Ulteriori picchi si sono raggiunti durante il giorno di Pasqua soprattutto nell’hinterland aquilano e nel comune di Pescara dove le centraline site in via Sacco, via Firenze e in prossimità del Teatro D’Annunzio hanno registrato valori ben oltre il limite di guardia. Il fenomeno ha poi avuto il suo acme nel giorno di Pasquetta con le stazioni di monitoraggio di Atessa, Pescara e Francavilla che hanno rilevato i valori più elevati, facendo segnare incrementi con punte del 300 per cento rispetto al limite di legge.

“Si tratta di un fenomeno inconsueto ma non rarissimo – dichiara il direttore generale di Arta Abruzzo, Maurizio Dionisio - che periodicamente si presenta sulla penisola trasportando masse di aria calda e sabbia direttamente dall’entroterra sahariano verso il Mediterraneo centrale. Questi eventi sono più frequenti durante i mesi primaverili – continua Dionisio - ma negli ultimi anni si stanno intensificando anche nei mesi autunnali, impedendo il ricambio dell’aria e non permettendo al particolato di disperdersi. In questo modo – conclude il direttore generale Arta - il Pm10 e il Pm2,5, ovvero il cosiddetto particolato fine, si accumulano per giorni e i valori delle centraline, distribuite su tutto il territorio abruzzese, schizzano ben oltre il limite di legge”.

Le particelle provenienti dal Nordafrica non sono particolarmente tossiche, ma a destare preoccupazione è la loro presenza nell’aria in quantità molto elevata perché potrebbero causare infiammazioni dei tessuti polmonari ai soggetti con patologie respiratorie. È bene precisare che l’inquinamento atmosferico da polveri desertiche è un fenomeno naturale e che i superamenti dovuti a questo genere di fonti, secondo il Decreto Legislativo N.155 del 2010, non devono essere conteggiati ai fini del computo dei 35 superamenti annui del limite di media giornaliera previsto per il PM10 (pari a 50 µg/m3).

Anche quest’anno la dinamica del fenomeno è stata prevista dal modello previsionale di qualità dell’aria “ForeChem – Chemical Weather (Air Quality) Forecast”, frutto della collaborazione tra Arta Abruzzo e CETEMPS – Center of Excellence Telesensing of Environment and Model Prediction of Severe events (Università degli Studi dell’Aquila).